Furano negli alimenti: cosa c’è da sapere e che pericoli nasconde
Il furano è una sostanza chimica priva di colore, con un basso peso molecolare e altamente volatile. Si forma in seguito a riscaldamento degli alimenti, e contribuisce al gusto torrefatto di alcuni di essi. Il caffè ed in particolare quello molto tostato, rappresenta una fonte di esposizione alimentare al furano.
Non solo caffè ma anche birra, zuppe pronte, salse, succhi di frutta, prodotti a base di cereali, alimenti per l’infanzia pronti al consumo, in scatola o vasetto: sono questi gli alimenti in cui è più facile trovare il furano.
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), conferma i timori sollevati negli ultimi tempi: un’esposizione eccessiva e prolungata a questa sostanza chimica e ai suoi derivati potrebbe infatti causare danni al fegato e a rischio ci sarebbero soprattutto i bambini più piccoli.
Per frenare gli allarmismi, bisogna sottolineare che ancora oggi, gli studi sulla pericolosità del furano sono in corso e soprattutto in America sono in continua evoluzione i report sulla potenziale tossicità del furano.
Al momento inoltre non solo i produttori non hanno l’obbligo di indicare nulla in etichetta, ma addirittura non risultano normative specifiche per controllarlo, come avviene invece per altri contaminanti.
E’ opportuno comunque cautelarsi da questi contaminanti mettendo in atto degli accorgimenti soprattutto sui metodi di cottura di alcuni alimenti. I furani si formano a partire da una molteplicità di sostanze naturalmente presenti negli alimenti, come la vitamina C, i carboidrati, gli amminoacidi, gli acidi grassi insaturi e i carotenoidi. Le condizioni di cottura o trasformazione contribuiscono a determinare quanto furano si forma e si perde.
E’ opportuno quindi riscaldare i cibi pronti per lattanti e bambini piccoli a bagnomaria senza coperchio così da ridurre l’esposizione al furano di circa il 15-30%.
Attenzione anche alla preparazione del caffè. È importante sottolineare che i livelli di furano in una tazza di caffè al momento dell’assunzione sono significativamente inferiori rispetto a quelli trovati nel caffè tostato e macinato, perché il furano si volatilizza durante la preparazione della bevanda. La formulazione peggiore sono le capsule, che contengono quasi il doppio di furano rispetto alla normale polvere di caffè.
E’ bene inoltre preferire le cotture che permettono una maggiore volatilità del composto, come ad esempio la cottura al forno rispetto alla cottura tramite frittura e aspettare un po’ di tempo tra la fine delle cotture e il momento del consumo in quanto nel fumo che sale dagli alimenti c’è anche il furano.